09/2020

Quello che mostri è quello che si vede

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Strategia
Tempo di lettura:
5 min.

Comunicazione vs Meccanica 1-0

Il tema è un classico.
Quello che fai vedere di te è ciò che i tuoi clienti, i tuoi collaboratori e anche tu stesso nel veicolarlo e promuoverlo, vedi ogni giorno.

Una delle obiezioni più frequenti a questa constatazione e che spesso mi viene fatta nelle industrie manifatturiere (in particolare dalle piccole e medie aziende della meccanica così prolifiche e importanti nel nostro territorio) è questa: che nella meccanica non conta l’immagine, il tono. Nella meccanica contano solo: prodotto, qualità e affidabilità dei servizi, tempi di produzione, spedizione, assistenza.

Be’, togliamo subito la trave dall’occhio: l’elenco delle cose che i clienti guardano e che non c’entrano con la comunicazione, sono già un ottimo lavoro di comunicazione!


Non solo. Si tratta di comunicazione identitaria che porta con sé tanti altri elementi caratteristici e univoci. Il fatto è che la comunicazione non si può eludere. Si può non fare o si può fare male. E francamente, trattandosi di una divisione strategica per ogni business, non farla o farla inconsapevolmente senza governarla, non ha senso. Arrivasse il giorno in cui fare solo bei prodotti e lavorare bene non fosse più sufficiente per competere sul mercato, ci si dovrebbe attrezzare quantomeno per capire cosa fare, come farlo, quando e con che budget. Capire e conoscere quali possibilità offre il mercato. Anche le care e vecchie “novità” per dire.

Il giorno in cui lavorare bene non può più essere l’unico motore del vostro business, era ieri.

Comunicare è un processo lento. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Nonostante questo sia un periodo storico in cui si pensa serva poco per fare miracoli, ognuno di noi sa bene che per fare il proprio lavoro, qualsiasi lavoro, serve tempo (quindi denaro), servono strumenti e competenze. Tra l’altro competenze che hanno richiesto tempo, strumenti (e denaro) per essere formate. La pianificazione strategica degli interventi di comunicazione deve avanzare di pari passo con la pianificazione strategica dell’azienda.


Ma ora, teniamo viva l’attenzione con un breve elenco autoesplicativo.

10 cose da NON fare nella comunicazione fai da te

  1. Farsi un sito da soli con uno strumento online
  2. Fare fare il sito internet copiando i competitor
  3. Il nostro logo è per sempre, perché è storico, non si cambia. No! tutto deve e può evolvere.
  4. All’arrembaggio sui social ! Solo perché lo fanno tutti.
  5. Scrivere testi lunghi nel sito perché fa SEO.
  6. Non scrivere testi su internet perché tanto non li legge nessuno.
  7. Farsi fare un video che vada bene per la fiera, i social, per le riunioni, per la sala d’aspetto. Due Minuti, due minuti e mezzo (a prescindere). Farselo da soli.
  8. Allestire spazi anonimi in fiera con vecchie brochure non aggiornate.
  9. Cambiare continuamente tono della comunicazione perché non si ha idea di cosa sia il tono della comunicazione.
  10. Dire a chi vi fa la comunicazione: dipendesse da me, ma sai... chi decide non capisce. Be’ sarà meglio spiegarglielo perché un giorno verrà comunque da te a lamentarsi.

Dicevamo, serve pianificare e come sapete pianificare non è fare, di per sé non è una decisione presa. È un’operazione importante per mettere ordine, una direzione da seguire. Vi serve per capire qual’è lo stato dell’arte della vostra comunicazione e capire cosa possono offrire. Ad esempio gli:

STRUMENTI DI COMUNICAZIONE DIGITALE

ATTENZIONE:
Alcuni strumenti digital possono darvi vantaggi competitivi ed accelerare il rientro dell’investimento (ROI, se preferite le sigle). Tre esempi:  

1. Realtà aumentata in fiera cioè meno spese di logistica

2. Landing page + google ads cioè profilazione dei clienti e contatti commerciali

3. Servizio di chat o chatbot sul sito cioè riorganizzazione e semplificazione del processo di assistenza


Torniamo a cose meno funamboliche e facciamoci alcune domande, quali?

5 domande da farsi sulla comunicazione aziendale

  1. Penso mai alla comunicazione della mia azienda? 
  2. Ho una strategia a breve, una medio e una a lungo termine?
  3. Per comunicare ho strumenti aggiornati e se li ho, li sto usando al meglio?
  4. Ho cercato un professionista che mi convincesse con quello che fa, o è un amico di amici?
  5. Il mio comunicatore di riferimento, investe in ricerca e sviluppo e nuove tecnologie?

So che non è facile rispondere davvero a queste domande, alcune sono provocatorie ma il tema è molto semplice e si può riassumere così: comunicare è strategico, la comunicazione mi rappresenta e parla di me, chi la fa deve conoscermi bene ma deve anche essere in grado di tradurre questa conoscenza negli strumenti, nei testi, nel tono giusto a seconda del media che uso al fine di raggiungere l’obiettivo a cui punto come azienda. Un bel giro vero?

E allora, come si fa? Per quanto mi riguarda si fa così, si parla e ci si confronta con professionisti del settore e si dice la verità sui budget, sulle ambizioni e su ciò che si vuole dalla comunicazione poi si costruisce un rapporto di fiducia a medio termine scegliendo di fare un pezzo di strada insieme. Lasciando un ultimo elenco ho pensato di scrivere tre punti brevi ma sufficientemente rivoluzionari (se applicati).

3 consigli utili per una buona comunicazione aziendale

  1. Mettersi in discussione e identificare i valori ed elementi identitari dell’azienda.
  2. Accettare che gli strumenti della comunicazione digitale vanno aggiornati con frequenza per essere funzionali al loro scopo.
  3. Definire una strategia, un budget e pianificare gli interventi della comunicazione per affiancare e supportare gli obiettivi commerciali e di sviluppo del business.


Per quanto mi riguarda si parte da qui.
Tengo molto a questo tema perché la qualità della comunicazione non è sempre coerente con la qualità delle industrie italiane. Davvero. In mezzo c’è anche il marketing cioè la capacità di usare un linguaggio “che funziona” (che poi non funziona) per veicolare indifferentemente aziende capaci e incapaci, prodotti di qualità e prodotti che non valgono nulla. Una ragione in più per usare un linguaggio personale.

La buona comunicazione si veste addosso. Se la vostra azienda e i vostri prodotti sono buoni, il nostro lavoro si riassume così: diciamo bene la verità.

Ne parlo anche qui: 


Per informazioni scrivete ad andrea@indiciopponibili.com

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